La cessione del credito è stata definita come il processo di trasferimento del diritto del cedente al cessionario che avrebbe quindi il diritto di procedere nei confronti del debitore. La cessione può essere effettuata a titolo gratuito o oneroso, nel qual caso la cessione ha un effetto analogo a quello di una vendita.
Differenze tra sconto in fattura e cessione del credito
La differenza tra cessione del credito e sconto in fattura La differenza tra cessione del credito e sconto in fattura può essere riassunta come segue. Lo sconto fattura consente all’azienda di ridurre direttamente il costo del lavoro, fino al costo del lavoro stesso (in pratica fino all’importo massimo corrispondente alla percentuale di bonus fiscale di riferimento); La premessa della “cessione del credito” è che il contribuente trasferisca effettivamente la detrazione fiscale all’indirizzo di un terzo (fornitore di beni, lavoratore autonomo, banca, azienda, ecc.) in cambio dell’importo più elevato corrispondente di rimborso e detrazione nella dichiarazione dei redditi con altri mezzi Importo.
La cessione del credito richiede prima l’effettivo pagamento delle spese di lavoro, regolari fatture e rimedi, e poi una convenzione finanziaria tra il contribuente e il cessionario che stanzia la detrazione. Infine, a fronte della cessione degli incentivi fiscali, il cessionario avvierà un piano di rientro per “restituire” il contribuente fino a concorrenza dell’importo corrispondente all’agevolazione fiscale.

La cessione del credito secondo la legge
La cessione del credito ed il suo finanziamento sono disciplinati in maniera molto precisa dal Codice Civile, in particolare dall’art. 1260 e clausole seguenti, e possono essere gratuiti o a pagamento. In assenza di patto di diversa natura, l’articolo 1267 del codice civile dispone che il cedente non risponde della solvibilità del debitore se non ha già assunto una fideiussione. In tal caso, egli rientrerà nell’ambito della ricezione. In caso di garanzia relativa alla solvibilità del debitore, i crediti verranno ceduti “pro soluto” (ipotesi tipica prevista dal codice). Se invece la garanzia della solvibilità del debitore è ancora a carico del cedente, diremo che la lettera di credito è ceduta. Se nella cessione dei crediti non sussiste il diritto di regresso, ai sensi dell’articolo 1266 del codice civile, il cedente deve in ogni caso garantire l’esistenza del credito al momento della cessione.
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Cessione del credito e bonus fiscali
Nel caso di Superbonus/Ecobonus/Bonus Edile il credito da trasferire è il credito d’imposta. Come parte dello statuto di sostegno: L’azienda realizza progetti di efficienza energetica (ai sensi dell’articolo 121 della legge sulla ripartenza) e concede detrazioni ed esenzioni fiscali; Il cliente/beneficiario richiede lo sconto in fattura, quindi non pagherà alcun importo (nel caso di Superbonus) o pagherà meno la trattenuta (nel caso di Ecobonus e altri bonus di costruzione) per lavorare per l’impresa esecutrice; Per effetto della comunicazione del beneficiario sulla piattaforma fornita dall’Agenzia delle Entrate, il credito d’imposta proverrà direttamente dalla società che ha eseguito l’intervento di assistenza.
Il soggetto che rileva il credito, che può essere una banca o un’agenzia specializzata, avrà il compito di anticipare l’importo del bonus fiscale previsto dalla norma in corso, allo scopo di permettere lo svolgimento dei lavori anche a coloro che, pur volendo mettere in atto le modifiche per l’ottimizzazione energetica previste dal Superbonus, non dispongono immediatamente della liquidità necessaria. Il costo dell’operazione, di solito, rappresenta circa il 10% del credito ceduto. Per tali ragioni, la cessione del credito per l’accesso rapido ai fondi, rappresenta un vantaggio in termini di tempo per chi intende avviare subito i lavori previsti dal decreto, riuscendo contemporaneamente ad accedere ai fondi messi a disposizione, pur non potendo immediatamente anticiparne i costi.
In quali casi si può accedere
Vantaggi come la cessione del credito o lo sconto in fattura, possono essere applicati a bonus come Superbonus, Sismabonus, Ecobonus, restauro di facciate, attività di ristrutturazione edilizia, purché ogni lavoro sia effettuato entro il 31 dicembre 2021. Il credito che risulerà non utilizzato entro tale termine sarà considerato perso e non sarà più possibile recuperarlo.
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